Tre proposte per gli interventi del governo

Rendere effettivo l'anticipo della cassa integrazione, estendere al Terzo settore i benefici del dl Liquidità, non penalizzare le doppie iscrizioni per il bonus 600 euro.

Ogni cosa può essere migliorata e un buon politico deve partire proprio dalla considerazione che si può far meglio (anche perché, altrimenti, a che servirebbe la politica?). Quindi, nessun trionfalismo per i provvedimenti del governo adottati in queste settimane di emergenza sanitaria, ma la consapevolezza che la volontà di proteggere i cittadini e di tirarci fuori da questo incubo c’è ed è forte, e sarà più forte della malattia.

Cosa si può migliorare? Prima di tutto, più che mai in queste settimane ci siamo tutti resi conto che in Italia c’è troppa burocrazia che soffoca anche i migliori provvedimenti. In periodi normalità, la burocrazia è insopportabile, in periodi di emergenza diventa pericolosa. Va snellita, perché rallenta inutilmente, blocca, spegne, impedisce di risolvere, controlla la forma e troppo spesso non considera il risultato finale. Ci sono poi alcuni punti che meritano attenzione.

Anticipare la cassa integrazione si può

Il primo punto riguarda l’accordo con l’Abi (Associazione bancaria italiana) per l’anticipo da parte delle banche dei trattamenti di integrazione salariale ordinario e in deroga per l’emergenza Covid19: non sta funzionando in troppe zone del Paese. E alla fine Inps pagherà la prima mensilità ai 2.580.693 dipendenti circa nello stesso tempo.

Sto continuando a combattere perché nel decreto Aprile o nella conversione in legge del dl Liquidità, sia creata la garanzia statale per realizzare il punto 7 di quell’accordo, il punto che prevede l’anticipazione delle indennità di cassa integrazione da parte delle imprese, le quali, ovviamente, devono essere messe in condizioni di poter affrontare gli anticipi.

Nel punto 7 si prevede “l’individuazione di un’adeguata forma di garanzia che consenta alle predette imprese la possibilità di acquisire, attraverso le banche, la necessaria liquidità da destinare alla corresponsione delle indennità di cassa integrazione guadagni ordinaria COVID 19 ai propri dipendenti, ancorché non ancora autorizzate dall’INPS”.
Ecco, questo è l’unico metodo utile a dare la liquidità che serve per l’anticipazione aziendale degli assegni.

Anche al terzo settore i benefici del Decreto Liquidità

Il secondo punto interessa il Terzo settore che ad oggi è escluso da quanto previsto dal cosiddetto “decreto liquidità”, varato dal Governo lo scorso 9 aprile, e quindi non può accedere alla liquidità messa a disposizione per le imprese.
Dobbiamo estendere alle associazioni di promozione sociale, di volontariato e a tutti gli Enti del terzo settore l’accesso agevolato al credito, al fondo nazionale di garanzia, alla sospensione di mutui, ai crediti di imposta e alle agevolazioni sulle spese di sanificazione.
Non possiamo permetterci, tanto meno in questo periodo, di mettere a rischio la capacità di tenuta di un mondo che, tra l’altro, è protagonista della lotta al virus attraverso le mille preziose braccia del volontariato.

Bonus 600: non penalizzare le doppie iscrizioni

Il terzo punto è un errore cui si deve rimediare. Il Decreto Cura Italia ha escluso dall’erogazione del bonus di 600 euro molti professionisti che hanno una doppia posizione previdenziale: una posizione aperta con la cassa del proprio ordine professionale e un’altra in casse di altri ordini o presso Inps.

Qualche esempio? Un biologo, uno psicologo che fanno qualche saltuaria supplenza e, quindi, hanno anche una posizione Inps oppure un avvocato che è anche giornalista pubblicista, scrive ogni tanto qualche articolo ed ha una posizione all’Inpgi 2, la cassa previdenziale dei giornalisti. Tutti esclusi dal bonus. Non è giusto, sono stati penalizzati e dobbiamo correggere questo errore.

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